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L’istinto materno nuoce gravemente alla salute

Chi lo ha detto che di mamma ce n’è solo una?

Buonasera cari lettori e lettrici per passione! Oggi torno per parlarvi di un libro per certi aspetti “controcorrente”; un libro che non dice quello che ci aspetteremmo di sentire. Ma andiamo con ordine. Il libro in questione è “L’istinto materno nuoce gravemente alla salute: cronache estemporanee di una M.A.M.M.A. in divenire” di Debora Porfiri edito Pellegrini Editore.

Questo libro rappresenta un viaggio alla scoperta della maternità dal momento successivo alla nascita, fino ad un anno di vita della bambina. 52 settimane esaminate senza filtri, mostrando tutti i dubbi e le perplessità di una neo-mamma che si affaccia in un mondo del tutto nuovo che non sempre è tutto rose e fiori come la società fa credere. Vengono, quindi, esaminati vari aspetti, dall’allattamento, all’organizzazione quotidiana degli spazi, da un mondo del lavoro non ancora pronto del tutto alle lavoratrici mamme ai problemi di spostamento.

Ecco, per me la maternità è un blockbuster, il più grande di tutti i tempi: tutti ne parlano, hanno un’idea precisa in proposito, di solito la raccomandano, ma soprattutto ti dicono come sentirti al riguardo, precludendo così ogni velleità interpretativa. Risultato: ora che mi ci ritrovo in questa superproduzione hollywoodiana, so esattamente quello che dovrei provare, quando dovrei ridere, quando piangere, conosco la mia parte alla perfezione e non sono neanche tanto male come attrice, ma resta il fatto che non sento.

D. Porfiri, L’istinto materno nuoce gravemente la salute, pag.53

E’ un racconto in prima persona, strutturato come se fosse un diario. Ogni capitolo inizia e finisce allo stesso modo (anche se alla fine di ogni capitolo c’è un tratto singolare, a tratti ironico, a tratti riflessivo, sempre diverso. Questa caratteristica, però, mi lascia combattuta:se da una parte conferisce un’impronta decisa alla struttura del libro, quasi a marcare un senso di appartenenza che l’autrice ha voluto dare alla sua opera, dall’altra parte, invece, ho avuto come l’impressione che questo ripetersi abbia rallentato il ritmo della narrazione.

Consiglio questo libro a tutti quei neo-genitori che hanno paure, dubbi o che non riescono a “provare” quell’entusiasmo che il luogo comune ci inculca, non perché non amino i propri figli, ma perché cercano, con i propri tempi, a modellare la propria vita, in funzione di quella nuova totalmente diversa.

Scheda tecnica e descrizione.

Attraverso 52 cronache e altrettante settimane, l’io narrante racconta la propria nascita: dal parto al primo compleanno della figlia, in un tortuoso percorso che la vede nascere ogni settimana in una nuova versione di sé. La protagonista si ridefinisce man mano che si confronta con sua figlia, con il mondo esterno, ma – soprattutto – con se stessa, in un doloroso eppure divertente faccia a faccia. Il libro spazia da una dolorosa comicità a uno sguardo disincantato e polemico sulla società; da una nostalgia per un ideale irrealizzabile a un consapevole ma sofferto bisogno di far esplodere gli stereotipi. Superando la consueta dicotomia della maternità come benedizione o malaugurata sorte, questa raccolta di cronache dolce-amare descrive con ironia e schiettezza la costruzione di una nuova identità multivalente: quella di una M.A.M.M.A.

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