Pubblicato in: narrativa italiana, Recensioni

Anja. La segretaria di Dostoevskij di Giuseppe Manfridi

Buongiorno lettori e lettrici per passione, oggi vi parlo di un libro che ho amato alla follia e di cui su Instagram, per tutto il tempo di lettura, non ho fatto altro che ribadirlo.

Il romanzo in questione è “Anja. La segretaria di Dostoevskij” di Giuseppe Manfridi edito La Lepre Edizioni. Racconta la storia di una ragazzina di nome Anja, che studia presso una scuola per stenografe, a cui viene affidato il compito di aiutare il grande Maestro Fëdor Michajlovič Dostoevskij a stenografare, appunto, l’ultima sua opera che avrebbe dovuto consegnare da lì a trenta giorni. Inizia così in maniera turbolenta, prima, e sempre più complice, dopo, un rapporto fatto principalmente di stima e di fiducia che sfocerà in amore reciproco, tanto da portare i due protagonisti ad unirsi in matrimonio.

Stavolta voglio parlare di questo romanzo iniziando dalla fine e, cioè, dal voto. A mio personalissimo parere, Anja. La segretaria di Dostoevskij, merita cinque stelle piene. Vi spiego perché.

Salta subito all’occhio la scrittura. L’autore riesce a conferire al romanzo una certa musicalità che avvolge tutto in un’atmosfera quasi fuori dal tempo. Avvolge il lettore in una coccola che accompagna per tutto il romanzo (e considerando che sono ben 600 pagine, tanto di cappello!).

Anja è un personaggio realmente esistito ed è anche stata effettivamente la moglie di Dostoevskij. Manfridi partendo da questo avvenimento storico, ha mosso i fili della sua storia; ha creato cioè la versione romanzata del loro rapporto è della loro relazione: quello che succedeva all’interno dello studio dello scrittore, gli scambi di opinioni più o meno accesi tra i due protagonisti, la famosa cerimonia tradizionale del “chiedere la mano”…

Curious fact: Nella realtà Anja aveva, oltre alla sorella Marija, un altro fratello morto prematuramente ed in maniera tragica di cui l’autore non ne ha voluto fare cenno all’interno del romanzo per far risaltare maggiormente il personaggio della ragazzina.

Per spiegare un altro aspetto che ho particolarmente apprezzato devo fare una piccola premessa. Il narratore nel romanzo è onnisciente, quindi sa a priori tutto quello che nella storia succede e non ne fa mistero. Ho trovato quindi, molto gradevole il modo in cui Manfridi fa uscire di scena i personaggi (complice credo l’ottima preparazione teatrale!). Riesce a far capire (delle volte dicendolo anche esplicitamente), quando un personaggio non sarebbe più comparso e avrebbe continuato a condurre la sua vita in maniera parallela a quella della nostra Anja.

Anja. La segretaria di Dostoevskij è un libro che mi sento di consigliare a tutti indistintamente. È uno scrigno che contiene emozioni che comprendono l’autenticità delle vite veramente vissute, la meraviglia di un amore, non molto convenzionale, fatto di fiducia, rispetto ed ammirazione ed il coraggio di prendere delle posizioni e fare delle scelte che mettano tutto in gioco.

Scheda tecnica e descrizione.

TITOLO: Anja. La segretaria di Dostoevskij

AUTORE: Giuseppe Manfridi

EDITORE: La Lepre Edizioni

DATA DI PUBBLICAZIONE: Settembre 2019

GENERE: Narrativa italiana

PAGINE: 604 (cartaceo)

PREZZO DI COPERTINA: € 25,00

Pietroburgo 1866. Lo scrittore, quasi cinquantenne, Fedor Michajlovich Dostoevskij è afflitto dall’epilessia e reduce dall’aver firmato un contratto capestro col suo mefistofelico editore: si è impegnato  a consegnare un nuovo romanzo nell’arco di un mese. In caso contrario perderà i diritti su tutte le sue opere passate e future. Consigliato dagli amici, si rivolge a una scuola di stenografia che gli mette a disposizione la migliore delle sue allieve: Anja Grigor’evna, una graziosa adolescente curiosa del mondo, che ha ereditato dal padre la passione per la letteratura. Fra i due, in ventisei giorni, nascerà un amore estremo a dispetto dello scandaloso divario di età. Anja rimarrà la fedele custode dell’opera di Dostoevskij fino alla propria morte, avvenuta trentasette anni dopo quella del marito.

Vera Macchina del Tempo, questo romanzo sonda il mistero del legame profondo che si stabiliì tra Dostoevskij e Anja nel breve tempo della stesura del “Giocatore”, restituendoci, con una scrittura straordinariamente evocativa, atmosfere, clima, e persino odori e rumori della Pietroburgo del XIX secolo.

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